sabato 26 agosto 2023

Il dominio dello spazio aereo del Giappone

Articolo pubblicato dalla rivista "Panorama Difesa". 

Cfr. Cristiano Martorella, Il dominio dello spazio aereo del Giappone, in "Panorama Difesa", n. 398, anno XXXVIII, luglio 2020, pp. 62-75.   




Il dominio dello spazio aereo del Giappone 

La Forza di Autodifesa Aerea nipponica è proiettata verso un ampio processo di rinnovamento che prevede la formazione di nuovi reparti e l'acquisizione di innovative capacità prima impensabili. 

di Cristiano Martorella 


La questione del dominio dello spazio aereo è un argomento sensibile nel Paese del Sol Levante, essendo risaputo che chi domina i cieli controlla anche il campo di battaglia. Questo principio non sfugge certo neanche allo Stato Maggiore della Forza di Autodifesa Aerea, in giapponese Koku Jieitai, e infatti in questi anni ha sostenuto con decisione il rinnovamento della linea di aerei da combattimento, introducendo contestualmente un cambiamento delle tattiche, delle procedure e dell'impiego dei mezzi. Chiamata più spesso col suo nome in inglese, la JASDF (Japan Air Self-Defense Force) si presenta quindi come una forza armata impegnata in una profonda riorganizzazione, anche concettuale, che sta richiedendo non solo uno sforzo economico considerevole (si pensi all'acquisto degli F-35), ma anche un impegno di vasta portata che implica una riconsiderazione del modus operandi, e l'elaborazione di una dottrina militare all'altezza delle sfide del XXI secolo. 


L'organizzazione della JASDF

Creata il 1° luglio 1954, l'aeronautica militare del Giappone è una delle tre componenti delle Forze di Autodifesa (Jieitai), che in precedenza non esisteva come entità a sé stante, perché l'Esercito e la Marina Imperiale avevano ciascuno una propria aviazione. Attualmente la JASDF conta un numero di 46.936 effettivi, e una dotazione di circa 805 aeromobili. I dodici reparti da caccia, chiamati Tactical Fighter Squadron, sono equipaggiati con 304 aerei che possiamo così elencare in dettaglio: 155 F-15J (di cui 68 F-15J Kai), 45 F-15DJ (di cui 34 F-15DJ Kai), 62 F-2A, 25 F-2B, 17 F-35A (questi dati sono aggiornati al marzo 2020). I 304 caccia giapponesi sono così distribuiti in 7 Air Wing (Kokudan), articolati a loro volta in 12 Tactical Fighter Squadron (Hikotai), a cui si aggiungono altri 2 Air Wing impiegati per l'addestramento. La Northen Air Defense Force è composta dal 2nd Air Wing costituito dal 201st Tactical Figther Squadron e 203rd Tactical Fighter Squadron con gli F-15J/DJ sulla base di Chitose a Hokkaido, e dal 3rd Air Wing con il 301st e 302 nd Tactical Fighter Squadron dotati di F-35A, presso la base di Misawa ad Aomori; la Central Air Defense Force con il 6th Air Wing  composto dal 303rd e 306 Tactical Fighter Squadron di F-15J/DJ a Komatsu nella prefettura di Ishikawa, e dal 7th Air Wing con il 3rd Tactical Fighter Squadron  di F-2A/B a Hyakuri nella prefettura di Ibaraki; la Western Air defense Force è formata dal 5th Air Wing con il solo 305th Tactical Fighter Squadron di F-15J/DJ a Nyutabaru sull'isola di Kyushu, e l'8th Air Wing con il 6th e 8th Tactical Fighter Squadron di F-2A/B a Tsuiki presso Fukuoka; infine la South Western Air Defense Force è rappresentata dal 9th Air Wing con il 204th e 304th Tactical Fighter Squadron di F-15J/DJ a Naha sull'isola di Okinawa. A questi 7 Air Wing dedicati puramente alle attività di intercettazione e interdizione svolte dai caccia, si aggiungono altri 2 Air Wing, precisamente il 1st Air Wing con il 31st e 32nd Training Squadron di T-4 ad Hamamatsu, e il 4th Air Wing con l'11th Squadron "Blue Impulse" (pattuglia acrobatica nazionale) e il 21st Fighter Trainnig Squadron (dotato di caccia F-2B), entrambi a Matsushima nella prefettura di Miyagi. Un caso particolare riguarda invece il 23rd Fighter Trainig Squadron (Dai nisan hikotai) che non fa parte di un Air Wing indicato con un numero, ma del Tactical Fighter Training Group (Hiko kyoku kokutai), ed è dotato di F-15J/DJ operativi sulla base di Nyutabaru nella prefettura di Miyazaki. Un'altra eccezione riguarda anche gli F-15J/DJ dello Hiko kyodogun, un "adversary squadron" che svolge l'attività di Aggressor Group per l'addestramento e lo sviluppo di tattiche di combattimento, che fa parte dell'Air Tactis Development Wing, ed è schierato sulla base aerea di Komatsu. 

La JASDF ha anche una dotazione cospicua di aerei radar, rappresentata da 4 Boeing E-767, 13 Grumman E-2C Hawkeye, e 3 Northrop Grumman E-2D Advanced Hawkeye (l'ordinativo completo prevede un'acquisto di 13 E-2D). L'Airborne Early Warning Group può contare quindi su 3 squadron, ossia il 601st Squadron di Misawa ad Aomori con gli E-2C/D, il 602nd Squadron di Hamamatsu con gli E-767, e il 603rd Squadron di Naha a Okinawa con gli E-2C. 

Per il rifornimento in volo sono disponibili 4 Boeing KC-767, e 2 Lockheed KC-130 Hercules, ma altri 4 esemplari di Boeing KC-46 Pegasus sono stati già ordinati, e saranno presto consegnati. Attualmente i KC-767 sono in servizio nel 404th Tactical Airlift Squadron con base a Komaki nella prefettura di Aichi. 

La JASDF svolge anche un importante servizio di trasporto aereo, divenuto fondamentale con la creazione delle Rapid Deployment Forces istituite dalla JGSDF (Japan Ground Self-Defense Force). Per questi compiti esistono il 1st/2nd/3rd Tactical Airlift Group. In particolare, ricordiamo 1st Tactical Airlift Group con il 401st Squadron a Komaki, che impiega i cargo C-130H, il 2nd Tactical Airlif Group con base a Iruma presso Saitama, con il 402nd Squadron dotato dei Kawasaki C-1, e il 3rd Tactical Airlift Group con il 403rd Squadron a Miho nella prefettura di Tottori, che ha già effettuato la conversione con i nuovissimi Kawasaki C-2. 

Adibiti alla guerra elettronica e allo spionaggio sono l'Electronic Warfare Squadron (Denshi senkun renshienki) con gli EC-1 e gli YS-11EA, presso la base di Iruma,  e l'Electronic Intelligence Squadron (Denshi soku teiki) con gli YS-11EB, anch'esso sulla base di Iruma. 

Una novità nell'organizzazione della JASDF riguarda la creazione di un nuovo Tactical Fighter Squadron, che porterebbe a 13 gli squadron da caccia. Il nuovo reparto nascerebbe dalla radiazione degli RF-4E ed RF-4EJ (versione da ricognizione ottenuta modificando gli F-4EJ già in servizio) che erano operativi nel 501st Tactical Reconnaissance Squadron sulla base di Hyakuri, nella prefettura di Ibaraki nei pressi di Tokyo. Il 501st ha cessato l'attività il 26 marzo 2020, ed è attesa l'entrata in servizio nel 2021 dell'aeromobile a pilotaggio remoto Northrop Grumman RQ-4 Global Hawk, destinato a sostituire gli aerei da ricognizione. L'RQ-4 è in grado di fornire prestazioni nettamente superiori, grazie a un'autonomia di 36 ore (equivalenti a 22.780 km), una tangenza di 20.000 metri, e l'impiego di un radar ad apertura sintetica e camere a infrarossi (EO/IR). I sensori gli permettono di sorvegliare un'area di circa 100.000 chilometri quadrati durante una singola missione, ed è quindi più simile a un Lockheed U-2, fornendo perciò alla JASDF un salto qualitativo notevole. I piloti del 501st Squadron potrebbero essere quindi utilizzati per formare il nuovo reparto da caccia, basato su alcuni dei 147 F-35 che sono in fase di acquisizione. Negli anni '90 la JASDF era la forza aerea più potente in Estremo Oriente, sia per il numero consistente dei velivoli della sua flotta aerea, sia per la modernità e potenza dei mezzi impiegati, e oggi si vuole ritornare a quei giorni gloriosi rinnovando adeguatamente l'aeronautica con l'introduzione in servizio dei nuovi caccia di quinta generazione. 


La disposizione delle basi aeree

Un discorso particolare merita la disposizione delle basi aeree, che in Giappone sono numerose e distribuite su un lungo e ampio territorio. Come appare evidente dalla sua conformazione geografica, l'arcipelago nipponico si estende per migliaia di chilometri, dal nord-est del freddo siberiano nell'isola di Hokkaido fino al sud-ovest nelle profondità dei mari tropicali delle isole Ryukyu. L'estensione geografica del Giappone, costituito da ben 6.852 isole, non si limita soltanto alle terre emerse, ma implica anche il controllo di ampie zone di mare. Ciò ha sempre comportato gravi implicazioni militari, fin dal XIX secolo, quando apparve evidente che il Giappone poteva sopravvivere come nazione unicamente diventando una grande potenza navale, e puntualmente è quanto avvenne nel Novecento, e si ripropone anche adesso con la corsa al riarmo nell'Oceano Pacifico. Tuttavia la difesa aerea delle isole richiede pure una presenza locale dell'aeronautica, e le basi militari sono dunque fondamentali. L'esistenza di numerose e diverse basi aeree, localizzate in punti molto distanti fra loro, costituisce una difficoltà per chi vuole attaccare il Giappone perché non si può garantire una immediata e completa distruzione di tutti gli aeroporti e le strutture militari della JASDF, o almeno ciò risulta davvero impegnativo e rischioso. Vedremo questo argomento più avanti, adesso limitiamoci a elencare le basi aeree più importanti, per averne almeno una conoscenza indicativa. 

Sull'isola di Hokkaido, la più settentrionale del Giappone, troviamo la base aerea di Chitose, con due piste in cemento lunghe 3.000 m e 2.700 m. Nella parte settentrionale dell'isola di Honshu, nella prefettura di Aomori, c'è la base aerea di Misawa, che ospita oltra ai reparti della JASDF, anche il 35th Air Wing dell'USAF, con il 13th e 14th Fighter Squadron di F-16C/D. Un impianto più piccolo si trova invece ad Akita, nella regione del Tohoku, con un aeroporto dotato di una pista di 2.500 m. Sempre nel Tohoku (regione settentrionale di Honshu), si trova la base di Matsushima con due piste da 2.700 e 1.500 m. La base di Niigata è più modesta, e ha due piste da 2.500 m e 1.300 m. Più importante è invece la base aerea di Komatsu nella prefettura di Ishikawa, con una pista di 2.700 m. Molto famosa è la base di Hyakuri che è posizionata presso la città di Omitama, nella prefettura di Ibaraki, nella regione del Kanto, poco distante da Tokyo. I motivi della notorietà della Hyakuri Air Base sono indubbiamente attribuibili all'attività dei fotografi appassionati, che immortalavano gli F-4EJ Phantom particolarmente attivi sulla pista. Poco distante si trova anche la base aerea di Iruma, presso la città di Sayama, nella prefettura di Saitama. Nei pressi della città di Yaizu, nella prefettura di Shizuoka, c'è la piccola base aera di Shizuhama, dove si svolgono attività addestrative. Nella stessa prefettura di Shizuoka, nei pressi del monte Fuji, c'è la base aerea di Hamamatsu, nell'omonima città, dotata di una pista di 2.550 m. Storicamente la base di Hamamatsu ha una certa importanza, essendo stata creata nel 1925 dall'Esercito Imperiale, ed essendo quindi fra le prime del paese. Ancora sull'isola di Honshu, nella prefettura di Aichi, è localizzata la base aera di Komaki, nei pressi di Nagoya. La base aerea di Gifu, presso la città di Kakamigahara, è impiegata dall'Air Development and Test Wing (Hikokaihatsu jikken dan), che ha il compito di sperimentare i prototipi dei nuovi velivoli e l'integrazione dei nuovi armamenti sui modelli già esistenti. La base aerea di Miho è posta presso la città di Yonago, nella prefettura di Tottori sull'isola di Honshu, ed è dotata di una pista di 2.500 m. Nella prefettura di Yamaguchi, nella zona meridionale di Honshu, presso la città di Hofu, si trova la base aerea di Hofu Kita, con due piste, una di 1.180 m e l'altra di 1.480 m. Nell'isola meridionale di Kyushu, è localizzata la base aerea di Ashiya, con una pista di 1.640 m, adibita all'addestramento. Nei pressi di Fukuoka, sempre sull'isola di Kyushu, si trova la base aerea di Kasuga. Molto importante è invece la base aerea di Tsuiki, che sempre nella prefettura di Fukuoka, offre una pista di 2.400 m, utilizzata dai cacciabombardieri F-2A. Altrettanto nota è la base aerea di Nyutabaru, presso la città di Shintomi, nella prefettura di Miyazaki a Kyushu, che offre una pista di 2.700 m usata prevalentemente dagli F-15J. In una località quasi sperduta, si trova la base di Iwo Jima, nell'omonima isola (nel giapponese moderno Iojima), che fa parte delle isole Ogasawara. La base ha un personale di circa 400 addetti, ed è fornita di una pista di 2.650 m  che può essere impiegata anche dai cacciabombardieri. Infine, sull'isola di Okinawa c'è la base aerea di Naha, con un grande aeroporto e una lunga pista di 3.000 m. Questo aeroporto è utilizzato non soltanto dalla JASDF con i suoi caccia intercettori F-15J/DJ e gli aerei radar E-2C, ma anche dalla JMSDF (Japan Maritime Self-Defense Force) con i suoi aerei pattugliatori P-3C Orion. 

Queste sono le principali basi della JASDF, ma ovviamente ne abbiamo omesse tante altre più piccole che non è il caso di elencare tutte, ma è comunque sufficiente ricordare che sulle isole Ryukyu sono presenti numerose altre piste impiegabili dalle Forze di Autodifesa, e ciò ne rende difficile e impraticabile l'invasione. La JASDF può in qualunque momento e luogo trasferire unità e reparti per contrastare qualsiasi tentativo di penetrazione e occupazione del territorio nazionale. 


La protezione delle basi aeree

Si è detto che il numero e la disposizione delle basi aeree del Giappone ne rende più difficile l'attacco e la distruzione, ma ciò non significa che siano completamente sguarnite e prive di protezione, anzi al contrario, esse costituiscono un pilastro della difesa aerea e una parte essenziale dello scudo antimissile chiamato BMD (Ballistic Missile Defense). Infatti, alla JASDF è assegnato il compito di gestire le batterie di missili Patriot PAC-3 per la difesa terminale, e presto del nuovo sistema Aegis Ashore per l'intercettazione dei missili nella fase intermedia di volo. Ricordiamo che il Giappone dispone di un Air Defense Missile Training Group (Kosha kyodo gun) ad Hamamatsu, e 6 Air Defense Missile Groups (Kosha gun) pronti al combattimento in qualunque momento. La Northern Air Defense Force schiera il 3rd Air Defense Missile Group a Chitose e il 6th Air Defense Missile Group a Misawa; la Central Air Defense Force è composta dal 1st Air Defense Missile Group a Iruma e il 4th Air Defense Missile Group a Gifu; il Western Air Defense Force ha in servizio il 2nd Air Defense Missile Group a Kasuga; e infine la South Western Air Force ha in dotazione il 5th Air Defense Missile Group a Naha. Come accennato in precedenza, presso la base di Hamamatsu, nella prefettura di Shizuoka vicino al monte Fuji, è dislocato un Air Defense Missile Training Group. Questi 6 gruppi sono composti ciascuno da 4 batterie (Koshatai), per un totale di 24 batterie, e considerando che ciascuna batteria possiede 5 veicoli lanciatori, si ottiene un numero complessivo di 120 veicoli. Le piattaforme di lancio sono gli M902 per i missili PAC-3, capaci di montare quattro canister quadrupli per 16 PAC-3, oppure gli M901 con quattro canister singoli per PAC-2. In Giappone si preferisce schierare frequentemente i lanciatori con soltanto due canister per ogni veicolo, ma il numero di lanciatori e missili può essere variato e aumentato secondo le esigenze. Un minor numero di canister per ogni veicolo favorisce indubbiamente il trasporto aereo e marittimo, e considerando la quantità di piattaforme di lancio disponibili, ciò non costituisce un problema perché si può bilanciare la disponibilità di missili con un numero maggiore di batterie.  

A queste forze, già cospicue, si aggiungono le due postazioni fisse terrestri del sistema Aegis Ashore, in costruzione nelle prefetture di Akita e Yamaguchi, che saranno dotate di lanciatore VLS (Vertical Launching System), con una dotazione minima per ciascuna di 24 missili intercettori SM-3 Block IIA, oppure con altri missili come gli SM-6, secondo le esigenze del caso.  Le prestazioni dei missili Standard sono eccezionali, e ricordiamo infatti che i nuovi SM-3 Block IIA, sviluppati da Raytheon e Mitsubishi Heavy Industries, forniscono un raggio d'azione di 2.500 km, raggiungono un'altitudine di 1.500 km, e una velocità di Mach 15. 

I sistemi PAC-3 e Aegis Ashore sono studiati per contrastare le minacce dei missili balistici, ma le basi aeree della JASDF sono protette anche dagli attacchi di velivoli ed elicotteri ostili, essendo dotate di mezzi armati con missili aria-aria. Il più moderno di questi sistemi in dotazione alla JASDF è il Type 11 Surface-to-Air Missile (Hitohito shiki tankyori chi tai ku yudodan). Questo missile prodotto da Toshiba fornisce una valida difesa contro aerei e missili supersonici, utilizzando un sistema di guida radar attiva, con la capacità di essere guidato anche tramite data link nella fase di mid-course. Il raggio d'azione massimo è stimato intorno a 18 km. Inoltre la JASDF dispone anche dei più vecchi Type 81 Surface-to-Air Missile (Hachiichi shiki tankyori chi tai ku yudodan), prodotti sempre da Toshiba, che pur offrendo prestazioni inferiori sono comunque disponibili in gran numero. Tuttavia all'epoca dell'entrata in servizio erano assolutamente innovativi, e perciò sono tuttora un validissimo sistema d'arma che offre un raggio d'azione di 14 km, una velocità di Mach 2,5, e un'altitudine massima di 3.000 m. 

Per quanto riguarda un possibile attacco alle basi aeree giapponesi, si deve comunque aggiungere un aspetto strategico non trascurabile. Infatti, qualsiasi aggressione alle basi aeree della JASDF coinvolgerebbe direttamente anche le Forze Armate degli Stati Uniti che si trovano dislocate in loro prossimità, e spesso condividono le piste di decollo e atterraggio. Ciò significa che non è possibile attaccare la JASDF sul territorio giapponese senza provocare un gravissimo incidente con gli Stati Uniti, e una prevedibile ritorsione militare, senza considerare che ciò potrebbe generare una grave escalation che condurrebbe a un conflitto di ampie dimensioni. 


Le postazioni radar

La JASDF gestisce un insieme di impianti radar molto esteso e complesso che fornisce non soltanto il controllo dello spazio aereo, ma riveste anche un ruolo fondamentale nel sistema di difesa antimissile BMD (Ballistic Missile Defense), essendo molti di questi radar dotati di funzioni per l'intercettazione dei missili balistici. Ciò fornisce un importante supporto per i sistemi missilistici giapponesi, e tuttavia rappresenta anche una fondamentale risorsa del dispositivo antibalistico degli Stati Uniti, che può ricevere immediate informazioni su qualunque lancio proveniente dalla Cina, dalla Russia o dalla Corea del Nord. Possiamo anche in questo caso elencare in dettaglio queste stazioni radar nelle rispettive basi militari: la Northern Air Defense Force dispone di un radar J/FPS-7 nella base di Wakkanai, un J/FPS-4 nella base di Abashiri, un J/FPS-2 a Nemuro, un J/FPS-3 nella base di Tobetsu, un J/FPS-6 a Erimo, un J/FPS-5 a Ominato, un J/FPS-2 a Yamada, un J/FPS-3 a Kamo e un J/FPS-4 a Okushirito; la Central Air Defense Force possiede un radar J/FPS-3 a Otakineyama, un J/FPS-5 sull'isola di Sado, un J/FPS-4 a Mineokayama, un J/FPS-3 a Wajima, un J/FPS-2 a Omaezaki, un J/FPS-3 a Kyogamisaki, un J/FPS-3 a Kasatoriyama, e un J/FPS-6 a Kushimoto; la Western Air Defense Force impiega un radar J/FPS-4 a Takaoyama, un J/FPS-7 a Mishima, un J/FPS-2 a Unishima, un J/FPS-3 a Sefurisan, un J/FPS-4 a Fukuejima, un J/FPS-5 a Shimoshikijima, e un J/FPS-7 a Takahatayama; infine al South Western Air Defense Force dispone sulle isole Ryukyu di un radar J/FPS-7 a Okinoerabujima, un J/FPS-4 a Kume, un J/FPS-5 a Yozadake e un J/FPS-7 a Miyako. Bisogna notare che le stazioni radar della JASDF impiegano radar molto avanzati e moderni, progettati e fabbricati in Giappone. Il J/FPS-3, prodotto da Mitsubishi Elecctric, fu infatti il primo radar basato a terra a utilizzare la tecnologia AESA (Active Electronically Scanned Array). Anche il J/FPS-4, prodotto da Toshiba, è un altro ottimo radar, con una portata di 550 km e un'altitudine massima di 30 km, mentre il Mitsubishi Electric J/FPS-5, noto con il soprannome di Gamera (un mostro a forma di tartaruga), è un radar in banda L/S capace di individuare e tracciare i missili balistici a oltre 1.000 km di distanza. Un altro radar giapponese è il J/FPS-7, progettato da NEC, che fornisce prestazioni leggermente inferiori al J/FPS-5, ma è molto più economico ed ha ricevuto dei recenti aggiornamenti che gli consentono di intercettare anche i missili balistici. 


La rivoluzione dell'F-35

Un ruolo decisivo nella modernizzazione della JASDF sarà svolto dal nuovo caccia stealth di quinta generazione Lockheed Martin F-35 Lightning II, che sarà acquisito in 147 esemplari (105 F-35A e 42 F-35B) per sostituire i McDonnell Douglas F-4EJ Kai Phantom II, ormai già radiati, e un centinaio di McDonnell Douglas F-15J/DJ, che non hanno ricevuto gli aggiornamenti più recenti, e perciò definiti pre-MSIP (Multi-Stage Improvement Program). Attualmente gli F-35A sono operativi con il 301st e 302nd Tactical Fighter Squadron presso la base di Misawa nella prefettura di Aomori. Questo aereo rappresenta per la JASDF un salto qualitativo significativo perché permette capacità di strike prima impensabili per una Forza di Autodifesa estremamente limitata in tal senso, e fornisce anche qualità di networking estremamente utili nella definizione di una diversa strategia basata sull'integrazione di assetti differenti. Un aspetto assolutamente non trascurabile rivelato dall'F-35, è la capacità di eludere con facilità i radar cinesi. Ciò è avvenuto quando il 20 gennaio 2019,  gli F-35I Adir israeliani hanno distrutto in combattimento un radar cinese JY-27 usato dall'antiaerea presso l'aeroporto di Damasco in Siria. Gli F-35I hanno lanciato missili antiradar AGM-88E che si sono rivelati micidiali. La notizia è sorprendente perché il radar JY-27 è stato progettato specificamente per individuare gli aerei stealth come l'F-35, ed è perciò il più avanzato fra quelli fabbricati dai cinesi. Prodotto da CETC, il JY-27 è un radar in banda VHF a lungo raggio, con una portata di 390 km. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, sembrerebbe che pur riuscendo a individuare l'aereo, il JY-27 non sia riuscito a tracciarlo, e in questo modo non ha potuto guidare i missili dell'antiaerea. Dal punto di vista strategico, significa che gli F-35 giapponesi possono penetrare le difese cinesi della A2/AD (Anti-Access/Area Denial) come un coltello che penetra nel burro, e questa rappresenta una vulnerabilità sostanziale. 

Un'altra caratteristica dell'F-35 indispensabile per la JASDF, è la sua integrazione nel sistema di difesa aeronavale che considera l'inpiego congiunto delle forze terrestri, navali e aeree. L'F-35 può operare infatti con il CEC (Cooperative Engagement Capability) installato sulle nuove navi come i cacciatorpediniere Maya, ma anche sugli Atago che hanno ricevuto un aggiornamento montando un'antenna AN/USG-2 che permette di operare nella nuova modalità. Questa innovazione è di notevole importanza perché il sistema CEC, che fa parte del NIFC-CA (Naval Integrated Fire Control - Counter Air), permette di comunicare e coordinare il tiro con altre piattaforme, e ciò consente di guidare missili lanciati da altri mezzi, come batterie costiere, navi e aerei da combattimento, fino a colpire i bersagli designati. Per esempio, un aereo da ricognizione come un pattugliatore P-3C o P-1, oppure un aereo radar E-767 o E-2C/D, ma anche appunto un caccia F-35, possono ingaggiare un bersaglio, segnalarlo al cacciatorpediniere, e guidare il missile lanciato dalla nave fino a colpire l'obiettivo anche se fuori dalla portata dei suoi sensori. Significa che i cacciatorpediniere possono sparare oltre la linea dell'orizzonte, ma anche che gli F-35 non sono più limitati nella loro azione dal numero di missili aria-aria imbarcati, potendo contare in qualsiasi momento sui missili del lanciatore di una nave. 

Questo modo di operare rientra perfettamente nell'idea del piano di difesa chiamato Dynamic Defense Plan, che vede fra i suoi maggiori ispiratori lo stratega Yosuke Isozaki. Secondo le National Defense Program Guidelines del 2013 si ritiene necessario introdurre il concetto di Dynamic Joint Defense Force (Togo kido boei ryoku) per definire un diverso approccio operativo delle Forze di Autodifesa, che si devono integrare fra loro e operare in maniera congiunta, spingendo fino all'estremo l'idea di elevata mobilità e interoperabilità fra mezzi terrestri, navali e aerei. Con le National Defense Program Guidelines del 2018 si è introdotto anche il concetto di Multidimensional Joint Defense Force, che aggiunge lo spazio cosmico e lo spazio cibernetico come parti integranti delle dimensioni tradizionali terrestri, marittime e aeree. Ciò significa una completa rivoluzione nel modo di operare, e soprattutto la necessità di impiegare mezzi come l'F-35 in grado di offrire capacità per gestire questo nuovo modo di concepire le procedure e le tattiche di combattimento. 

Infine, l'F-35 può svolgere un altro ruolo fondamentale grazie alla potenza dei suoi sensori. Si è dimostrato che l'AN/AAQ-37 DAS (Distributed Aperture System) è talmente sensibile da rilevare il lancio di un missile balistico da una distanza di 1.300 km. In questo modo l'F-35 potrebbe effettuare missioni di ricognizione per comunicare un immediato allarme nel momento stesso della partenza del missile, ovvero prima che questo sia localizzato dai radar delle basi terrestri. Ovviamente una simile capacità costituisce un vantaggio davvero ragguardevole. 


I missili ipersonici

Recentemente l'ATLA (Acquisition, Technology & Logistic Agency), l'agenzia del Ministero della Difesa che si occupa di acquisizioni e sviluppo tecnologico, ha comunicato ufficialmente che gli ingegneri nipponci sono al lavoro per la realizzazione di due modelli di missili ipersonici, chiamati rispettivamente Hypersonic Cruise Missile (HCM) e Hyper Velocity Gliding Projectile (HVGP). L'HCM è simile a un missile tradizionale, ma è dotato di propulsione basata su uno scramjet che permette elevate velocità ipersoniche e una gittata a lungo raggio (superiore a 1.000 km). Invece, l'HVGP è fornito di un motore a razzo a combustibile solido, che poi si separa sganciandolo ad alta quota, e possiede sistemi di controllo basati su propulsori di manovra e una piccola deriva. Entrambe le armi potranno utilizzare due modelli di testate: una variante antinave chiamata Sea Buster, composta da due stadi di detonazione (carica cava anti-corazza e carica perforante principale), e una testata del tipo penetrante multipla o Multiple Explosively Formed Penetrator (MEFP), ad alta densità, costituita da una carica sagomata formata da proiettili autoforgianti che al momento dell'esplosione creano uno sciame di frammenti che colpiscono diversi obiettivi. Si prevede che i prototipi saranno realizzati fra il 2024 e 2028, così che questi missili possano entrerare in servizio nel 2030.    

Dal missile cruise HCM potrebbe essere sviluppata una versione lanciata da un veicolo terrestre, ma è possibile che sia realizzata anche una versione aviolanciabile. Infatti, la JASDF sta studiando da tempo la possibilità di impiegare missili ipersonici per i suoi caccia. Un tentativo in tal senso è stato lo sviluppo dello XASM-3 da parte di Mitsubishi Heavy Industries. Lo XASM-3 è un prototipo di missile antinave supersonico aviolanciabile, e nasce da un progetto allo studio fin dal 2002, ma ha accusato notevoli ritardi, tanto da rimandarne l'entrata in servizio prevista per il 2016. Anche se il missile è stato completato definitivamente nel gennaio 2018, assumendo la denominazione di ASM-3, si è rinviata la produzione in massa prevista per lo stesso anno perché i requisiti sono stati drasticamente cambiati. L'attuale versione dell'ASM-3 ha una gittata di 200 km e una velocità di Mach 3, ma verrà migliorato per ottenere un raggio d'azione di oltre 400 km e una velocità ipersonica intorno a Mach 5. Il nuovo missile, chiamato ASM-3 Extended Range (ma anche indicato come ASM-3 Kai), dovrebbe così garantire prestazioni eccellenti in grado di mantenere un assoluto vantaggio sulle forze navali nemiche. 

Il prototipo XASM-3 è lungo 5,25 m, ha un diametro di 35 cm e un'apertura alare di 1,2 m, con un peso di circa 900 kg. La propulsione è fornita da un integral rocket ramjet, ossia uno statoreattore che impiega un razzo integrato nella camera di combustione. Il sistema di guida include la navigazione inerziale, il sistema satellitare GPS, e infine la guida radar attiva/passiva. Lo XASM-3 è stato sperimentato in alcuni test di lancio nel 2017 che ne hanno confermato la validità, tuttavia come si è precedentemente detto, requisiti più ambiziosi ne hanno richiesto un miglioramento. Si prevede che la nuova versione ASM-3 Kai (Modificata) sarà pronta nel 2025. Il nuovo missile, che sarà dotato di una gittata di oltre 400 km e una velocità ipersonica intorno a Mach 5, sarà quindi anche il missile antinave che armerà i futuri caccia della JASDF, compreso il nuovo caccia di sesta generazione in fase di sviluppo. 


L'unità per le operazioni spaziali 

Le ambizioni della JASDF non si limitano all'intenzione di acquisire missili ipersonici e caccia di sesta generazione, ma guardano ben oltre arrivando perfino allo spazio siderale. Infatti è probabile che la stessa definizione di Japan Air Self-Denfense Force venga cambiata in Japan Aerospace Self-Defense Force a partire dall'anno fiscale 2021. Intanto, già a partire dal 2020 è stata creata un'unità spaziale, a cui è stato dato il nome provvisorio di Uchu sakusen tai (Unità per le operazioni spaziali), destinato molto probabilmente a essere modificato come ha ammesso lo stesso ministro della Difesa Taro Kono. La nuova unità della JASDF è stata ospitata nella base aerea militare di Fuchu, nell'area metropolitana di Tokyo, dove è già presente l'Air Weather Service Group, con utili impianti radio che potranno essere in seguito ampliati. Il personale iniziale è di 20 fra militari, che saranno aumentati fino a raggiungere il numero completo nel 2022. Il budget per l'anno fiscale 2020 dispone di una cifra decisamente consistente, con 50,6 miliardi di yen (426 milioni di euro) che saranno impiegati per i lavori iniziali. L'unità spaziale collaborerà innanzitutto con la JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency), l'agenzia spaziale giapponese, ma avrà anche una relazione molto stretta con l'US Space Force, creata nel dicembre 2019, e fortemente voluta dal presisdente americano Trump. Non è sbagliato supporre che la costituzione dell'unità spaziale in Giappone sia stata sollecitata anche dall'alleato, ma si deve anche considerare che con le National Defense Program Guidelines del 2018 si è introdotto il concetto di Multidimensional Joint Defense Force, che aggiunge lo spazio cosmico e lo spazio cibernetico come parti integranti delle dimensioni tradizionali terrestri, marittime e aeree. Ciò significa una completa rivoluzione nel modo di operare, e soprattutto la necessità di implementare nuove funzionalità, procedure e tattiche, riorganizzando i precedenti assetti della difesa. Lo scopo dell'unità spaziale sarà innanzitutto la protezione dei satelliti da qualsiasi minaccia, come l'attacco diretto tramite missili o altri satelliti e veicoli spaziali, oppure l'interferenza tramite l'emissione di onde elettromagnetiche. Inoltre dovrà fornire il supporto alle altre forze terrestri, marittime e aeree, gestendo il flusso di dati indispensabili per le operazioni. Si comprende così che l'incarico assegnato è davvero impegnativo e cruciale. Però il Giappone può vantare una buona tradizione nel settore spaziale, ricordando il suo esordio grazie al genio dello scienziato Hideo Itokawa, autentico pioniere dell'astronautica. Nel 1970 il razzo Lamda 4S mise in orbita il satellite artificiale Osumi, il primo di una lunga serie di successi che si sono alternati negli anni. Dal 1975 al 1985 i lanci continuarono con il vettore N-I composto da un razzo Thor di McDonnel Douglas per il primo stadio, e un razzo di Mitsubishi Heavy Industries per il secondo. Questo vettore fu seguito dal modello N-II dotato di due o tre stadi, rimasto in servizio fino al 1987. Da queste esperienze fu derivato lo H-I, operativo dal 1986 al 1991. Poi nel 1994 arrivò lo H-II (o H2), considerato il maggior successo nipponico, un vettore sviluppato da Nissan e Mitsubishi Heavy Industries. La famiglia di questi razzi si arricchì con ulteriori modelli, come lo H-IIA e lo H-IIB, fino a giungere al nuovo H3 ancora in fase di sviluppo. Insieme a questi razzi si è vista anche la realizzazione di altri vettori, come la famiglia Mu, inizialmente sviluppata da Nissan e poi da Ishikawajima Harima (IHI). Questi fortunati razzi a combustibile solido videro alternarsi diversi modelli, dal 1966 al 2006, con i razzi M-1, M-3, M-4, e il più potente M-5 (o M-V). Oggi, la famiglia dei razzi Mu è stata sostituita dal nuovo razzo Epsilon, inaugurato nel 2013, che è in grado di trasportare 1,2 tonnellate di carico nell'orbita terrestre bassa. Ricordiamo anche un altro successo, ottenuto con il razzo J-1, che nel 1996 riuscì a lanciare il veicolo HYFLEX (Hypersonic Flight Experiment), un prototipo dimostratore di lifting body space plane, equivalente agli attuali hypersonic glide vehicle (HGV). Come si può intuire da questa breve carrellata, al Giappone non mancano certo i mezzi e le capacità per dominare anche lo spazio. 


Gestione della ADIZ giapponese

Nel settembre 1969 le autorità giapponesi istituirono una ADIZ (Air Defense Identification Zone) che stabilisce lo spazio aereo nel quale i velivoli transitanti devono rispettare le procedure per il controllo del traffico aereo, facilitando inoltre il riconoscimento anche da parte della difesa aerea. In caso contrario, è prevista l'intercettazione con i caccia della JASDF, l'identificazione e l'adeguata reazione in caso di comportamento ostile. La ADIZ giapponese copre gran parte della sua EEZ (Exclusive Economic Zone), e tutela quindi i legittimi interessi del paese. Ovviamente la ADIZ giapponese è stata riconosciuta dai paesi alleati, in primo luogo gli Stati Uniti, e infatti la zona di identificazione così creata riprendeva quasi lo stesso spazio aereo stabilito nel 1945 dal GHQ (General Headquarters) delle forze di occupazione alleate. Me nel tempo la ADIZ giapponese ha subito un ampliamento, il primo nel 1972, quando furono incluse le isole Ryukyu restituite al Giappone dagli Stati Uniti, e nel 2010 per aumentare l'estensione sull'isola di Yonaguni, nell'estremo sud-occidentale. 

La ADIZ giapponese è divenuta motivo di aspro scontro a causa del tentativo cinese di imporre unilateralmente una propria ADIZ sul Mar Cinese Orientale. Il 23 novembre 2013, il governo di Pechino annunciò perentoriamente di aver instaurato una zona di identificazione della difesa aerea, e minacciò gravi conseguenze per i trasgressori che non avessero rispettato le regole imposte dalla Cina. Però la ADIZ cinese si sovrapponeva sulle preesistenti ADIZ giapponese e coreana, in particolare copriva le isole contese Senkaku, amministrate dal Giappone, e la scogliera Socotra Rock (in coreano Ieodo) che rientra nella zona economica esclusiva coreana. Ciò provocò un aspro scontro diplomatico che infiammò gli animi. Nei giorni seguenti decine di F-15J giapponesi e F-15K sudcoreani ignorarono le intimidazioni cinesi, e senza alcun riguardo penetrarono nello spazio aereo della presunta ADIZ cinese. Nella mattina del 26 novembre 2013, due bombardieri Boeing B-52H dell'USAF partiti da Guam volarono indisturbati per 2 ore e 22 minuti nella ADIZ cinese, compiendo una plateale azione dimostrativa. L'imbarazzo delle autorità cinesi si tramutò così in un riservato silenzio che sostituì le intimidazioni e i comunicati roboanti. Negli anni seguenti Pechino ha continuato a cercare di imporre la sua ADIZ con la forza, aumentando la presenza di caccia cinesi, ma ha ottenuto il risultato esattamente opposto perché Tokyo ha risposto raddoppiando, il 31 gennaio 2016, la presenza di F-15J su Okinawa presso la base aerea di Naha, creando il 9th Air Wing con 2 squadron e 40 aerei da caccia. In questo modo la disponibilità di un maggior numero di aerei ha permesso di realizzare gli scramble necessari, garantendo la persistenza e integrità della ADIZ del Giappone. 


Lo scontro impraticabile

La tendenza alla semplificazione della stampa mainstream descrive la Repubblica Popolare Cinese come la superpotenza che dominerà il XXI secolo, ma questa è una esagerazione utile per scrivere titoli roboanti, ma che risulta a una attenta analisi piuttosto lontana dalla realtà, che è molto più complessa e articolata. Infatti, in Estremo Oriente esistono altre grandi potenze, come l'India e il Giappone, che stringono ai fianchi il cosiddetto Regno di Mezzo (traduzione letterale di Zhongguo, il nome in cinese della Cina), e inoltre quasi tutti gli altri paesi asiatici sono ormai fortemente ostili nei confronti dello scomodo vicino, che rivendica territori al di fuori dei suoi confini geografici. Ciò sta destabilizzando l'Asia, ed è all'origine di laceranti tensioni, e infine di un riarmo nella regione senza precedenti. La realtà ci mostra un multipolarismo caotico con una pluralità di attori, e una complessità che non può essere ridotta a uno schema predefinito. In conclusione, in questo quadro la Cina è causa di instabilità piuttosto che di ordine e armonia, e soprattutto non può essere considerata in alcun modo un fattore di equilibrio, anzi è assolutamente destabilizzante, provocando contrasti e conflitti. 

Nel settore della difesa, nonostante la crescita continua della spesa militare cinese, si possono riscontrare ancora molte limitazioni e lacune provocate da un processo di modernizzazione disomogeneo e incoerente, e questi problemi sono evidenti anche nella PLAAF (People's Liberation Army Air Force) e nella PLANAF (People's Liberation Army Navy Air Force), ovvero le forze aeree dell'Aeronautica e Marina cinesi. Sebbene la PLAAF disponga di un gran numero di caccia, un'analisi dettagliata della composizione di questa forza aerea, mostra che ci sono ancora in servizio moltissimi caccia obsoleti e fatiscenti, come 388 Chengdu J-7 (copia del MiG-21) e 96 Shenyang J-8 (versione migliorata con fusoliera rinnovata del MiG-21), simboli evidentemente di un'organizzazione ancora troppo disomogenea. 

Un'altra gravissima carenza riguarda i caccia Shenyang J-15 imbarcati sulle portaerei cinesi, che hanno caratteristiche e prestazioni decisamente scadenti. Lo Shenyang J-15 è una versione cinese del Sukhoi Su-33, che a causa delle grosse dimensioni, del peso eccessivo, e della scarsa potenza dell'apparato propulsivo, è costretto a gravi limitazioni per consentire il decollo dal trampolino (ski-jump) delle portaerei cinesi di tipo STOBAR (Short Take-Off But Arrested Recovery), come la Liaoning e la Shandong. Ciò significa che per contenere il peso, e favorire quindi il decollo, veiene imbarcato poco combustibile e meno armamenti. Questa situazione è chiaramente visibile con l'osservazione dei J-15 che decollano dalle portaerei con pochi missili, che sono veramente ridotti all'essenziale. Secondo alcune fonti cinesi, in queste condizioni lo Shenyang J-15 avrebbe un'autonomia limitata a soli 120 km, un valore decisamente basso che ne compromette l'operatività, riducendone al minimo le capacità offensive. 

Da un punto di vista logistico, ciò significa che la JASDF possiede ampiamente mezzi e competenze per contrastare l'aviazione e l'aeronavale cinesi, conservando l'assoluto dominio dello spazio aereo del Giappone. Così la strategia della "collana di perle", senza il controllo della prima catena di isole, risulta ancora un'utopia e un sogno irraggiungibile, essendo impraticabile uno scontro diretto con la JASDF.